Libri a impatto zero

Si è discusso più volte di come gli eBook possano ridurre significativamente l’impatto ambientale dell’industria del libro, una filiera complessa e tendenzialmente inquinante, che implica tradizionalmente, oltre al taglio degli alberi (che si possono comunque piantare di nuovo), l’uso di prodotti chimici di non facile smaltimento e le emissioni legate al trasporto e alla distribuzione dei volumi. La diffusione degli eBook, che non implicano né la produzione cartaria né il trasporto su gomma dei prodotti librari, rappresenta sicuramente un’ipotesi interessante per chi ha a cuore i problemi ambientali, per quanto questo aspetto sia spesso sottaciuto e tenda a passare in secondo piano rispetto al dibattito sulle implicazioni culturali ed economiche del fenomeno, che evidentemente, per molti editori, contano più di ciò che si può fare per l’ambiente. L’obiezione di alcuni è che, se è vero che gli eBook non richiedono carta e vengono distribuiti in rete, resta il problema del trasporto dei dispositivi di lettura, nonché il fatto che gli eBook Reader, a differenza dei volumi a stampa, implicano un consumo di energia che comporta a sua volta emissioni e conseguente inquinamento, e pone anche problemi di smaltimento. Per discutere in modo serio su questi aspetti occorrebbero dei dati certi: numerose analisi comparative di qualche tempo fa (una sintesi interessante si può trovare qui e qui) dimostrerebbero che gli eBook sono in ogni caso più eco-compatibili dei volumi a stampa, a condizione che si faccia un uso regolare e non sporadico dei dispositivi. Tuttavia, il passo decisivo verso il libro a impatto zero, ovvero verso una (quasi) piena ecosostenibilità degli eBook si avrà quando si riuscirà a ridurre o eliminare del tutto il bisogno di energia degli eReader. Ed è su questo aspetto che chi è più sensibile al problema si sta in qualche modo concentrando: la strada è quella dell’autosufficienza energetica degli eReader grazie alla ricarica basata su cellule solari o fotovoltaiche, una possibilità estremamente concreta, considerando che a differenza dei Tablet o dei Notebook (e in generale di altri dispositivi elettronici) gli eReader si possono utilizzare in piena luce e – non essendo basati su display retroilluminati – implicano in ogni caso un consumo delle batterie ridotto e diluito nel tempo. La ricerca sulla ricarica solare degli eReader sembrava aver imboccato la strada giusta grazie ad alcune sperimentazioni avanzate giapponesi e taiwanesi sui display flessibili a inchiostro elettronico. Ma le soluzioni di questo tipo, forse anche per ragioni di mercato, non sembrano di imminente diffusione. Che cosa si sta muovendo, quindi, sullo scenario dei libri a impatto zero? Le notizie sono incoraggianti: si va dalla diffusione in rete di manualetti e istruzioni per modificare un eReader in modo da collegarlo a cellule solari, fino alla distribuzione di prodotti specifici per ricaricare al sole le batterie dell’eReader, come l’eccellente dispositivo dell’azienda californiana Suntactics o l’ancora più interessante copertina solare per il Kindle, distribuita direttamente da Amazon anche in Italia. Resta il problema della produzione, della distribuzione e dello smaltimento dei dispositivi elettronici. Ma questa è un’altra storia, che richiede una visione più ampia. Nel frattempo, ognuno di noi può fare come sempre qualcosa per salvare il mondo: ad esempio leggere più libri digitali su dispositivi ricaricabili a energia solare; con buona pace del profumo della carta.