June, 2011

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La lettura illuminata

La disponibilità di testi digitali rende sempre più attuali alcune prospettive del cosiddetto web semantico. Non mi riferisco soltanto agli esperimenti in corso sul cosiddetto “social reading”, a proposito dei quali vale la pena segnalare almeno il portale internazionale Copia e l’esperienza tutta italiana di Bookliners. Penso piuttosto a nuove modalità di ricerca sul contenuto, basate su elementi più sofisticati dell’asettico confronto sulle occorrenze full-text su cui si basano ancora quasi tutti i motori, e allo stesso tempo non necessariamente legate al superamento dell’approccio tassonomico-descrittivo in nome e per conto di folksonomie sulla cui reale efficacia bisognerebbe avviare una discussione aperta. Ora, sembra però che si stiano esplorando altre modalità di classificazione dei testi digitali, che permetteranno correlazioni più sofisticate: è il caso di un esperimento (già in versione Beta) che si chiama Book Lamp ed è curato da Aaron Stanton.

Logo Beta Book Lamp

Book Lamp è formalmente un portale orientato al “social reading”. Gli utenti registrati possono discutere sui libri che stanno leggendo, segnalare dei desiderata e condividere recensioni. Ma hanno a disposizione qualcosa in più: il sistema è infatti in grado di suggerire correlazioni tra i libri non soltanto in base ai TAGs o verificando chi legge cosa, ma anche evidenziando similitudini stilistiche e analogie narrative. In pratica, se cerco un romanzo di Defoe (ad esempio Moll Flanders), il motore di Book Lamp mi sussurra che se mi piace quel genere di racconto troverò presumibilmente interessanti anche alcuni romanzi di Dickens e di Twain, e forse anche qualcosa di Poe e di Orwell. La ricerca della correlazione stilistica si basa sull’assegnazione a ciascun titolo inserito nel database di un set di valori associati a 5 elementi ritenuti essenziali per descriverne stilisticamente il contenuto del libro: il ritmo, la densità, l’azione, il dialogo e il livello descrittivo. Ogni utente, in un secondo momento, può in ogni caso esprimere un giudizio di pertinenza rispetto ai suggerimenti di lettura che il sistema restituisce, giudizi che saranno utilizzati per rimodulare gradualmente i parametri associati ai libri. Semplice e geniale, anche se necessariamente orientato alla gestione di scaffali digitali di narrativa. Ma nel frattempo si aprono nuovi orizzonti…

I libri di Darwin (biblioteca digitale)

Charles Darwin’s Library
a cura della Biodiversity Heritage Library,

Si tratta di una biblioteca digitale unica nel suo genere: il progetto consiste infatti nella digitalizzazione integrale e nella ricostruzione virtuale del corpus dei libri posseduti, letti e commentati da Charles Darwin. Non soltanto, quindi, una bibliografia specifica sulle tematiche naturalistiche care allo scienziato, ma anche un modo per ripercorrere le letture del padre dell’evoluzionismo e osservare le sue annotazioni sui testi, i suoi appunti, in quanto traccia essenziale per comprenderne le intuizioni. Al momento sono già disponibili in formato digitale 330 volumi su un totale di 1480: si possono sfogliare online in versione facsimile o leggere in trascrizione, oltre che scaricare in varie modalità, selezionando ad esempio soltanto le immagini, o alcune pagine, o le annotazioni. Il progetto è supportato anche dalla JISC.

Tra carta e schermo

Tra i tanti esperimenti in corso sulle “nuove forme” del libro nell’epoca della sua riproducibilità digitale, questo Between Page and Screen è piuttosto insolito, ma decisamente intrigante:

Si tratta di un ibrido effettivo tra carta e schermo, o meglio ancora, di un caso di ri-mediazione premeditata sul conflitto in atto tra libro digitale e volume cartaceo. In pratica, ci si mette davanti al computer e si sfoglia quello che sembra un libro tradizionale: ma quando sulle pagine appaiono dei simboli codificati che una webcam è in grado di riconoscere, ecco che sullo schermo prendono forma immagini e parole bi o tridimensionali, proiezioni poetiche, disegni evocativi. Un esperimento inquietante ma coinvolgente, che più che una reinvenzione a metà strada tra i libri pop-up e gli enhanced book sembra un omaggio alla pop art, con richiami evidenti alla poesia visiva futurista e al dadaismo. Si può anche provare a costruire da soli un proprio librido (perché non chiamarlo così…), stampando (su carta) un codice simbolico da agitare di fronte alla webcam. Per vedere (se la configurazione della webcam risulta corretta) che cosa succede.

Fonte: Between Page and Screen