February, 2011

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Open Shakespeare

Open Shakespeare. The marriage of text and technology. Raccolta di testi digitali, materiali e strumenti critici a cura di Open Knowledge Foundation (editor: Rufus Pollock, Iain Emsley, Jonathan Gray, Colette Sensier, James Harriman-Smith, Jack Belloli, Emma Mustich, Nika Engberg, Adam Green, Arabella Milbank, Lottie Fenby, Rachel Thorpe, Hazel Wilkinson).
HTML +altri formati, EN

Non si tratta propriamente di un eBook ma di un’intera raccolta di testi e molto altro ancora: il nucleo originario del progetto sono le edizioni digitali delle opere di Shakespeare “annotate” dai curatori e annotabili/integrabili da parte degli stessi utenti. In pratica, si parte dal testo per sviluppare una sorta di ipertesto in progress, in continua evoluzione (secondo quanto dichiarato dai responsabili della OKF) grazie a una serie di “tools for annotating, comparing, searching, and analysing texts – whose code will be open, and encourage reusability in line with the Four Principles of Open Knowledge Development“. Insomma, testi digitali impeccabili, apparato critico dinamico e nessun limite di utilizzo (Creative Commons): un modello da seguire; e un esempio di cosa si può e si dovrebbe fare nell’epoca della riproducibilità digitale con tutto ciò che rappresenta un patrimonio per l’umanità.

[segnalato da: Mario Rotta, febbraio 2011]

Un racconto di Vonnegut

Vonnegut K. (1962), 2 B R O 2 B. Edizione digitale a cura di Project Gutenberg, arricchita da Robert Cicconetti, Geetu Melwani & the Online Distributed Proofreading Team. Versione audio a cura di Time Traveler.
ePUB +audio +altri formati (tra cui PDF e Kindle, EN

I racconti di Kurt Vonnegut sono di per sé esperienze di lettura che implicano interazione: leggendoli si interagisce con il testo, con la storia, con la mente visionaria dell’autore, talora con le immagini evocate e qualche volta incluse nella trama. In questo caso il racconto, ambientato in un futuro sospeso tra l’utopia e la catastrofe, è arricchito da una versione audio molto ben curata, ed è scaricabile in una quantità di formati, gran parte dei quali permettono di “riusare” i blocchi di testo, magari come base per qualche esercizio di stile.

[segnalato da: Mario Rotta, febbraio 2011]

Mikolay & Julia meet the fairies

Olchawska M. (2010), Mikolay & Julia meet the fairies. Illustrated by Joanna Gniady. Mayan Books.
HTML +PDF, EN

Un altro esempio di favola digitale, prodotta in questo caso da un piccolo editore che si occupa anche di sceneggiature per il cinema. La differenza rispetto ai tanti libri per ragazzi che si trovano in rete è nel fatto che in questo caso si propongono più varianti (e formati) della favola, ciascuna con una diversa impaginazione e diverse illustrazioni. Un po’ come se si potesse seguire il processo che sta portando il libro verso la sua forma definitiva, se mai ne avrà una che possa dirsi definitiva.Si può sia leggere online che scaricare il volumetto per scorrere le pagine su un Tab o su un eReader.

[segnalato da: Mario Rotta, febbraio 2011]

Iconologie

Ripa C. (1603), Iconologia, overo Descrittione di diuerse imagini cauate dall’antichità, & di propria inuentione. Di nuouo reuista, & dal medesimo ampliata di 400. & più imagini, et di figure d’intaglio adornato. In Roma, apresso Lepido Facij. Facsimile Digitale a cura di Open Library.
PDF, ePUB e altri formati, IT

Cercare facsimili digitali nella Open Library è sempre un piacere: riaffiorano riproduzioni ben curate e accessibili di testi dimenticati e inusitati, tra cui molti monumenti della storia tipografica e bibliografica italiana. Tra i tanti segnalo volentieri questo splendido eFacsimile dell’edizione del 1603 dell’Iconologia di Cesare Ripa. Un monumentale trattato sui significati simbolici delle immagini che fu largamente utilizzato da molti artisti dell’età barocca per costruire allegorie e inserire riferimenti iconografici nelle loro opere. L’originale è un volume molto raro e abbastanza difficile da trovare e consultare (anche se col tempo ne sono state prodotte alcune edizioni anastatiche): ma questa versione digitale lo rende disponibile per tutti, dagli studiosi ai semplici appassionati. L’ottimo visualizzatore online permette di scorrere, cercare, ingrandire: ha dei limiti soltanto il text-to-speech, che non riesce proprio a riprodurre le cadenze dell’italiano antico e aulico del testo. Ma il tutto si può anche scaricare in vari formati e caricare su eReader o Tab. Magari per usarlo come guida alternativa durante una passeggiata romana.

[segnalato da: Mario Rotta, febbraio 2011]

La fabbrica degli eBook

La fabbrica degli eBook è una sezione di Scrittura Digitale attraverso cui si possono condividere idee e progetti editoriali innovativi. Chiunque abbia in mente di realizzare un libro digitale con caratteristiche realmente orientate all’innovazione e alla sperimentazione (dal punto di vista grafico, del contenuto o dei significati) può proporre qui il suo concept utilizzando l’apposito form. I progetti più interessanti saranno discussi, approfonditi e resi pubblici, e si cercherà di realizzarli concretamente esplorando insieme opportunità e strategie di produzione e distribuzione. Un laboratorio, una palestra e una fabbrica allo stesso tempo, per agevolare il contatto tra autori, produttori, curatori, editori e distributori. E per capire e verificare se e in che misura è possibile identificare alcuni elementi caratterizzanti nella produzione dei contenuti destinati agli scenari della società della conoscenza.

Alcune note:

  • Le tipologie di progetto elencate sono ricavate dalla classificazione delle tipologie di eBook identificate in Rotta M., Bini M. & Zamperlin P. (2010), Insegnare e apprendere con gli eBook. Dall’evoluzione della tecnologia del libro ai nuovi scenari educativi. Roma, Garamond. Si possono combinare insieme più tipologie, a seconda della complessità del progetto.
  • Per “concept” si intende una descrizione sintetica del progetto editoriale, in cui sianho accentuati se possibile gli elementi caratterizzanti dell’idea progettuale e la “visione” in base a cui l’idea ha preso forma.
  • I formati di output indicati sono limitati ai più diffusi e a quelli che si stanno imponendo come standard. Si possono indicare diversi formati di output per ciascun progetto.

Per riflettere su come impostare un progetto editoriale digitale vale infine la pena rileggere le linee guida predisposte dal progetto EBONI (Electronic Books ON-screen Interface) nell’ambito della ricerca condotta da JISC. Sono di quasi dieci anni fa, ma è come se fossero state scritte adesso. Scorrerle aiuta a capire che gli elementi essenziali di un buon eBook restano quelli legati al rispetto dell’usabilità e al controllo sulla struttura del progetto e sull’organizzazione dei contenuti.

Ma quando diventano disponibili i contenuti digitali? E dove? Un esempio dal Canada…

Quando si parla di contenuti digitali si dimentica spesso che il primo passo verso la tanto auspicata “società della conoscenza” consiste semplicemente (si fa per dire) nel rendere disponibili e accessibili i contenuti in quanto tali, soprattutto a scopo di studio o di ricerca. Questo può significare molte cose, ma al di là delle varianti nelle interpretazioni e nelle visioni strategiche appare chiaro che per costruire i presupposti di una società e di un’economia realmente knowledge-based bisogna partire dalla digitalizzazione sistematica dell’eredità storico-culturale. Rendere cioè disponibile e accessibile, facilmente, liberamente e a tutti, ciò che altrimenti sarebbe difficile da reperire e consultare. Su queste basi, del resto, ha preso forma il dibattito sulle biblioteche digitali, e su queste basi si è sviluppato negli anni. Ma in concreto che cosa si è fatto? In Italia pochino, anche se potremmo e dovremmo essere all’avanguardia proprio in campi come questo. Altrove qualcosa in più, ma con dei limiti legati – ormai appare sempre più chiaro – alla cecità delle politiche degli editori (e talora dei governi), ovvero alle restrizioni poste da chi ritiene di dover difendere il copyright (si legga: rendite di posizione sulla gestione della vendita di libri equiparati a merci) anche su opere scritte e pubblicate decenni fa da autori che hanno compiuto il ciclo della loro vita e le cui aspettative consistevano probabilmente nella massima diffusione possibile delle loro idee e della loro scrittura. Una diffusione capillare e universale che le tecnologie digitali rendono teoricamente e praticamente possibile, se non fosse per l’approccio sostanzialmente protezionista di editori e legislatori, che si professano fautori della cultura mentre di fatto ne limitano la disseminazione. Ma ora forse qualcosa sta cambiando. La rete introduce ad esempio anche in questo campo elementi di globalizzazione grazie ai quali si possono portare avanti operazioni culturali che in scenari più tradizionali sarebbero osteggiate o vietate ma che sfruttando la diversità delle normative sui diritti d’autore tra paese e paese diventano possibili. Così in Canada, dove le leggi sul copyright sono meno restrittive che altrove, l’Università del Quebec (insieme ad altri enti locali – già, proprio così) ha digitalizzato integralmente tutte le opere di Albert Camus, autore che in Francia è ancora “protetto”, ovvero proprietà degli editori, e le ha messe liberamente e gratuitamente a disposizione di tutti gli studiosi, i lettori e gli appassionati, sia in facsimile digitale che sotto forma di testi trascritti e riutilizzabili (in RTF e altri formati editabili). Avvertendo, in un box che appare quasi commovente, che ciò che nel Quebec è considerato ormai di pubblico dominio in altri paesi potrebbe violare delle leggi, anche se stiamo parlando di un autore morto nel 1960. Che dire? Bravi: senza inutili orpelli e con un investimento presumibilmente limitato, regalano a tutti un pezzo importante della storia e della cultura del XX secolo. Come del resto hanno già fatto negli Stati Uniti poco tempo fa, aprendo al pubblico della rete gli archivi (digitalizzati) del presidente Kennedy. Questa è la strada giusta: digitalizzare e rendere pubblico, cioè di tutti, ciò che è nato per essere di tutti ed è giusto che sia di tutti. Bisognerebbe spiegarlo a certi nostri ministri, bibliotecari o editori, evidentemente ancora convinti che l’accesso alla cultura sia di pochi e per pochi. Per inciso, a guardarli bene, scelti non si capisce in base a quale criterio…

Gray’s anatomy

Gray H. (1918), Anatomy of the Human Body. Philadelphia: Lea & Febiger. Edizione Digitale a cura di Bartleby.com, 2000.
HTML (o Kindle), EN

Uno dei testi classici per lo studio dell’anatomia umana: pubblicato quasi un secolo fa, è stato usato per decenni nei corsi di medicina per la completezza e la qualità delle tavole illustrate. Dieci anni fa un editore digitale d’avanguardia ne ha curato un’eccellente edizione digitale che è disponibile gratuitamente online e che vale la pena aggiungere ai segnalibri, sia come materiale didattico che in quanto esperienza di lettura digitale, che come semplice curiosità. Parallelamente, Bartleby.com distribuisce anche versioni cartacee di pregio dell’atlante anatomico di Gray.

[segnalato da: Mario Rotta, febbraio 2011]

Uova nude e patate volanti

Naked eggs and flying potatoes (cover)

Naked eggs and flying potatoes
Steve Spangler
Greenleaf Book Group, 2010
APP, EN

Ecco un altro esempio di libro digitale “aumentato” (enhanced book) per iPad e Smartphone. La materia si presta, nella didattica delle scienze ha sicuramente un senso integrare il testo con video, animazioni e ipotesi mediate di laboratori virtuali. Il rischio però è sempre lo stesso: che si tratti di forme di spettacolarizzazione autoreferenziali (si sprecano aggettivi come “fun”, “smart”, “unforgettable”) che di fatto riducono la possibilità di utilizzo di questo genere di prodotti in un contesto realmente educativo, privilegiando piuttosto un mercato generalista, interessato alla facile divulgazione. Ma si tratta in ogni caso di esperimenti interessanti, in tutti i sensi è il caso di dire, anche se per avviare una riflessione più matura su questi scenari forse è il caso di rimandare a questo articolo di Guy LeCharles Gonzales su Publishing Perspectives, che parla proprio di sperimentazione digitale e di libri-esperimento.

[segnalato da: Mario Rotta, febbraio 2011]